Un test condotto dalla rivista svizzera Bon à savoir ha evidenziato che, su 15 confezioni di spaghetti esaminati, 7 presentavano tracce di pesticidi. 5 di queste sono marche italiane.
Un
numero sempre maggiore di consumatori prende coscienza
dell'importanza di un'alimentazione sana e naturale e, pertanto, acquista preferibilmente frutta e verdura biologica, coltivata
senza l'impiego dei pesticidi.
Ma
da specifici test condotti dalla rivista svizzera Bon à savoir, in collaborazione con la trasmissione On en parle (RTS-La Première), arriva la sconcertante amara realtà: residui di pesticidi possono essere presenti anche nella pasta confezionata, e non solo in frutta e verdura.
7
confezioni di spaghetti su 15, infatti,
contenevano tracce di insetticidi: in
cinque confezioni - nella
svizzera Prix
Garantie de Coop
e nelle italiane Combino,
Reggano, Barilla e La Pasta di Flavio -
gli
esperti hanno rilevato
tracce di pirimifos
metile,
un
insetticida utilizzato per la lotta contro gli insetti durante la
conservazione del grano nei silos. Nella
confezione di spaghetti svizzeri Qualité
& Prix de Coop
è stata rilevata anche la cipermetrina,
un insetticida utilizzato in tutto il mondo nelle coltivazioni di
cereali, cotone e caffè. Infine, negli spaghetti svizzeri Denner
è stato rilevato l'insetticida
terbufos,
utilizzato nelle coltivazioni delle barbabietole da zucchero, mais,
patate e tabacco.
Nessun pesticida, invece, nei prodotti a marchio De Cecco e Garofalo e negli spaghetti integrali Barilla.
I campioni hanno riguardato sia la pasta biologica sia la pasta tradizionale, venduta in alcuni grandi supermercati e discount svizzeri.
Gli esperti che hanno eseguito i test hanno precisato che i quantitativi di pesticidi rilevati non sono superiori ai limiti stabiliti dalla legge. Pertanto, Nicolas Roth, collaboratore scientifico presso il Centro Svizzero di Tossicologia (Scaht) rassicura e ritiene che "non c'è bisogno di preoccuparsi. Non solo le concentrazioni sono ben al di sotto dei limiti massimi di residui, ma addirittura sono significativamente al di sotto della dose giornaliera accettabile o della quantità di una sostanza che un individuo può ingerire ogni giorno per tutta la vita senza rischi per la sua salute”.
Non
è, invece, dello stesso avviso
François
Veillerette, portavoce dell'Associazione francese Generazioni
future per la difesa dell'ambiente, secondo
il quale,
il pirimifos
metile
e cipermetrina rientrano nella categoria dei perturbatori endocrini,
sostanze sospettate di avere effetti negativi sulla salute. Così
questi pesticidi ingeriti anche in piccole dosi, possono, a suo
parere, avere conseguenze negative sul sistema ormonale, soprattutto
se associati ad altre sostanze simili . Feti e bambini piccoli,
poi, sono da lui considerati fortemente a rischio.
Al
di là dei pareri discordanti degli esperti, saranno, indubbiamente,
le scelte di acquisto dei consumatori a dimostrare se anche solo il
sospetto di effetti negativi per la salute sia sufficiente per
decidere di non portare sulle proprie tavole questi prodotti
contaminati.