28 ago 2014

Crema di carote al vapore

L’idea di questa ricetta nasce dall'impossibilità di riuscire a far mangiare le carote al mio bambino. Così per non fargli mancare l’apporto di vitamina A e betacarotene, di cui la carota è ricchissima, ho pensato di preparare una crema con cui condire la pasta o il riso.



TEMPO DI PREPARAZIONE:  
TEMPO DI COTTURA:             
TEMPO TOTALE:                     


Ingredienti: 
Preparazione:
  1. Pulire le carote con l’aiuto di una spazzolina per eliminare tracce di terra o antiparassitari, e lavarle bene sotto l’acqua corrente; è importante non sbucciarle perché il betacarotene si trova prevalentemente nella sua parte esterna.
  2. Cuocerle al vapore per una ventina di minuti o comunque finchè non risultino tenere.
  3. Eliminare le foglie e gli steli e frullare le carote con l’olio, le olive, la panna. Assaggiare e, eventualmente, aggiungere un po’ di sale.
La crema è pronta per essere aggiunta alla pasta, al riso o spalmata sui crostini.

NOTE:
  • il consumo della carota allo stato crudo è sicuramente raccomandabile, in modo da beneficiare totalmente dei suoi preziosi nutrienti (vitamine B1, B2; C; PP; E; oltre alla A e al betacarotene, e sali minerali quali tra gli altri ferro, calcio, fosforo, magnesio, potassio, sodio, iodio); se la si deve cuocere è preferibile la cottura al vapore in quanto non pregiudica la biodisponibilità del betacarotene, il quale è moderatamente resistente al calore.
  • una volta cotte, vanno riposte subito in frigorifero: se lasciate a temperatura ambiente potrebbero formarsi dei composti tossici.
  • si possono consumare le carote anche sotto forma di centrifugato, che migliora notevolmente l'aspetto della pelle. Ricordarsi di assumerlo appena preparato, perchè si ossida velocemente.

25 ago 2014

Anice stellato: un aiuto per lo stomaco e l'intestino


Da sempre utilizzato in cucina come aromatizzante, l'Anice stellato possiede anche proprietà fitoterapiche, tra cui quella espettorante e antiflogistica per la vie respiratorie, digestiva, nonché funzione regolatrice del ciclo mestruale.


Anice Stellato - Infuso
Anice Stellato - Infuso                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         
Le proprietà benefiche dell'anice si estendono anche all'apparato digestivo, visto che ne migliora il funzionamento; inoltre, riesce anche a svolgere un'attività distensiva e calmante sull'intestino e rappresenta un ottimo aiuto anche per tutte quelle persone che soffrono di stitichezza.

I semi di anice presentano anche delle proprietà benefiche per la gola, visto che permettono di svolgere un'azione rinfrescante per la profumazione dell'alito.


E', inoltre, un ottimo secretolitico del muco; viene pertanto usato nelle flogosi delle mucose delle vie respiratorie, aiutando la respirazione.


Tra i principali usi dell'anice, troviamo anche quello relativo all'attività contro la fermentazione intestinale.

Anice Composto - E-3
Integratore alimentare - favorisce il controllo dei gas intestinali

Andrebbe evitato l’uso in gravidanza o durante l'allattamento in quanto l’anetolo si potrebbe trasferire al neonato creando problemi di tossicità.

Bisogna prestare attenzione a non confonderla con l’anice stellato giapponese (Illicium religiosum o shikimi, volgarmente detto anice stellato bastardo) che è altamente tossica. I semi sono molto simili, ma quelli dell’anice stellato giapponese sono più piccoli, tondeggianti e presentano un uncino, assente nei semi dell’anice vero. Ad alti dosaggi risulta essere uno stupefacente e un veleno nervino.















20 ago 2014

Morbillo e rosolia da eradicare entro il 2015

Eliminazione morbillo e rosolia in Europa: questo l'obiettivo fissato dall'OMS da raggiungere entro il 2015. L'Italia aderisce al Piano di prevenzione ma ancora non invia all'OMS i propri dati



L’Italia è uno dei 53 paesi che hanno aderito al Piano di prevenzione a livello europeo ideato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’eliminazione dei casi di morbillo e di rosolia, ma ad oggi non ha ancora comunicato all’OMS il nominativo dei membri della Commissione incaricata del monitoraggio del Piano, quindi, non ha ancora inviato i propri dati.

E’ quanto emerso durante il Congresso dell’OMS, tenutosi il mese scorso ad Antalya, in Turchia, per un aggiornamento sullo stato della campagna di vaccinazione e prevenzione delle due patologie nei singoli Stati dell’UE.

Eradicare il Morbillo e la Rosolia è un obiettivo da raggiungere entro il 2015; lo ha stabilito l’OMS che per questo ha appositamente formato una Commissione Internazionale per il controllo dei programmi di prevenzione.

Detta Commissione è presieduta dalla professoressa Susanna Esposito, la quale sottolinea: “In Italia e in altri Paesi europei il morbillo e la rosolia sono malattie ancora pericolose. Per raggiungere l’obiettivo dell’OMS di eliminare morbillo e rosolia entro il prossimo anno ed eguagliare gli ottimi esempi di Stati Uniti e di alcuni paesi dell’America Centrale ogni Paese che ha aderito al Piano di Prevenzione dovrà dimostrare un livello di copertura vaccinale pari o maggiore del 95 per cento. Morbillo e rosolia potranno considerarsi malattie eliminate solo quando si constaterà la completa scomparsa di casi delle due malattie per un periodo di almeno 36 mesi dall’ultimo caso conosciuto”. “Inoltre – afferma la Esposito – sarà importante che la copertura delle vaccinazioni arrivi anche ai soggetti di età adulta suscettibili (non vaccinati e che non hanno contratto le malattie), ai gruppi etnici minoritari, ai nomadi, alle popolazioni isolate o alle persone che per motivi religiosi o di filosofia di vita rifiutano le vaccinazioni”.

Ogni Paese aderente al Piano dovrà dimostrare che almeno il 95% di tutti i soggetti di età inferiore ai 40 anni sia stato vaccinato con due dosi di vaccino.

Nel nostro paese il vaccino contro il morbillo, rosolia e parotite (c.d. Trivalente) non è tra quelli considerati obbligatori dal sistema sanitario nazionale, ma è spesso raccomandato dai pediatri: vengono sottoposti alla prima dose del vaccino i bambini dopo il compimento dell’anno (entroil 15 mese); mentre la seconda è prevista a 5-6 anni.

Il vaccino MPR è una miscela di virus vivi resi inoffensivi e sicuramente ha salvato la vita a moltissime persone, ma i fatti di cronaca confondono e rendono tanti genitori sempre più dubbiosi sull’opportunità di vaccinare i propri figli.

Come scrive Eugenio Serravalle, pediatra e autore del libro “Bambini super-vaccinati”, “sempre più spesso si ha notizie di sentenze che mettono in relazione gravi patologie con le vaccinazioni, una prassi sanitaria che può essere pericolosa se praticata in maniera superficiale, capace di trasformare profondamente la vita di un bambino e della propria famiglia”.

Basti citare la sentenza del Tribunale di Rimini del 15 marzo 2012, nella quale si legge che un bimbo di 15 mesi “è stato danneggiato da complicanze irreversibili a causa di vaccinazione (profilassi trivalente MPR)” e che, pertanto, ha attribuito ai famigliari il diritto all’indennizzo previsto dalla legge.


12 ago 2014

Allerta per i farmaci a base di domperidone

I noti farmaci a base di Domperidone, Peridon e Motiluim, sono sotto inchiesta a causa del loro legame con gravi artimie e morti cardiache improvvise manifestatesi nei pazienti che li assumevano. 


Stato di allerta per i farmaci a base di Domperidone, principio attivo che troviamo nel Peridon e nel Motilium, efficace nel bloccare i conati di vomito, nel trattamento del reflusso gastroesofageo, nell’allevviare il senso di nausea, il fastidio al tratto addominale superiore e, nei bambini, come terapia per il sollievo dai sintomi quali nausea e vomito. 

La molecola Domperidone da tempo crea dubbi e discussioni: infatti, già nel 1986 il Domperidone iniettabile venne ritirato dal commercio a seguito di segnalazioni di aritmia ventricolare, alcune delle quali fatali. Tra i diversi effetti indesiderati elencati sul bugiardino, troviamo anche patologie cardiache: aritmie ventricolari e morte cardiaca improvvisa (frequenza nota); disordini cardiovascolari: disordini della frequenza cardiaca (prolungamento dell’intervallo QT e aritmie ventricolari). Per questi motivi, nel 2011, l’Agenzia Italiana del farmaco aveva emesso una comunicazione diretta agli operatori sanitari contenente “le nuove informazioni sul rischio cardiaco in seguito all’utilizzo dei medicinali a base di Domperidone”. 

Nella nota informativa, si leggeva che “nel 2010 sono stati pubblicati in letteratura scientifica due nuovi studi epidemiologici, i quali hanno evidenziato che domperidone potrebbe essere associato ad un aumento del rischio di aritmie ventricolari gravi o di morte cardiaca improvvisa, in particolare in caso di elevati dosaggi, ossia dosi giornaliere superiori a 30 mg e in pazienti di età superiore a 60 anni”. Si precisava, inoltre, che il Domperidone deve essere utilizzato alla dose minima efficace sia negli adulti che nei bambini. 

In Francia questo medicinale è ritenuto responsabile dai 25 ai 120 morti solamente nel 2012. Per questo la rivista medica francese Prescrire, in un articolo del mese di febbraio scorso, chiede ufficialmente all’European Medicines Agency di ritirare dal mercato il Domperidone, perché la sua efficacia sarebbe “troppo modesta per giustificare l’esposizione a morti premature”. L’autorevole rivista suggerisce di fare a meno di questo farmaco, e di prediligere i placebo o altre soluzioni contro il reflusso acido. E cita alcuni studi epidemologici olandesi e canadesi che hanno dimostrato che la morte cardiaca improvvisa è di circa 1,6-3,7 volte più frequente nel caso di assunzione del Domperidone. 

Nel marzo 2013, anche la Medicines Agency belga ha sollevato alcune preoccupazioni sulla sicurezza del medicinale per i pazienti con problemi cardiaci; e per questo alla fine del 2013 è entrata in vigore una legge in base alla quale questi medicinali possono essere acquistati solo dietro presentazione di prescrizione medica.

8 ago 2014

Anche in Italia i ristoratori vietano l'accesso ai bambini

Sulla scia della tendenza americana delle zone "no kids", anche una rinomata pizzeria di Bagnolo Mella, in provincia di Brescia, ha stabilito la regola del divieto di ingresso ai bambini under 10, dopo le 21


E’ arrivata anche in Italia la tendenza made in USA a vietare l’ingresso ai bambini in alcuni locali commerciali. E, nel Bresciano, precisamente a Bagnolo Mella, nella pizzeria-pasticceria di proprietà della famiglia Sirani, è presente un cartello che avvisa che dopo le ore 21 l’ingresso è riservato solo agli adulti. In realtà, questa regola venne adottata ancora 7 anni fa, in seguito a insistenti lamentele da parte dei clienti per l’insopportabile atmosfera creata dalle urla, pianti e capricci dei bimbi presenti in sala.

Il Presidente della Fipe-Confcommercio, Stoppani, è intervenuto sull’argomento con queste parole: “Un pubblico esercizio può rifiutare una prestazione se esistono giustificati motivi che lo impongono. Gli schiamazzi, il pianto o le intemperanze proprie dei piccoli possono costituire valide giustificazioni. Inoltre, un esercente ha il diritto di caratterizzare la sua offerta, imponendo dei vincoli di accesso – sul vestiario, sul genere, sull’età, eccetera – assumendo i rischi imprenditoriali conseguenti”.

Il pubblico del web si divide: c’è chi avanza accuse e polemiche, addirittura parlando di discriminazione e razzismo, ma non mancano neppure i convinti sostenitori del “No Kids zone”, non solo nei ristoranti o pizzerie, ma anche nei resort, alberghi e voli aerei.

E i gestori italiani attenti ai bisogni dei loro clienti si adeguano: sono numerosi, infatti, gli esempi di locali “childenfree” nel nostro paese; tra questi: l’hotel Mont Blanc in Valle d’Aosta, l’hotel Morfeo sulla Riviera adriatica, l’Antico Casale di San Gimignano.

E anche la compagnia irlandese low cost, Ryanair, dal 2011 ha introdotto dei voli senza bambini, in seguito ad un sondaggio da lei condotto tra i suoi passeggeri, la metà dei quali dichiarava di essere disposta anche a pagare un prezzo più alto pur di non avere bambini a bordo.

Io sono una mamma di un bimbo di 3 anni e, di primo acchito, questa presa di posizione nei confronti dei nostri piccoli mi ha amareggiata non poco. Ma, poi, pensando alle cene fuori casa o ai pomeriggi di svago con la mia famiglia, bimbi compresi, ho capito che siamo noi genitori a dover scegliere il locale da frequentare con i nostri figli, perchè non dovrebbe essere necessario il divieto di un ristoratore a ricordarci che i bambini hanno tutto il diritto di annoiarsi in un locale che non sia a misura loro, in un ristorante che non presta attenzione anche alla loro di felicità, magari con la presenza di un’area bimbi o di un intrattenimento speciale per i più piccoli.

2 ago 2014

Come salvare un bambino con le manovre di disostruzione pediatriche

Troppi ancora i bambini che muoiono soffocati da cibo o da un oggetto che ostruisce loro le vie respiratorie: in Italia si registrano circa 50 decessi all'anno per questa causa.





Eppure questi tragici incidenti potrebbero essere evitati grazie alle manovre pediatriche: "per salvare un bambino che ha ingoiato un boccone troppo grande o un piccolo oggetto ci vuole assai poco; un corso di un'ora, per non farlo morire soffocato, in attesa dei soccorsi", sostiene Iacopo Pagani, medico e referente nazionale del Progetto Manovre salvavita pediatriche della CRI.

Infatti la Croce Rossa Italiana, da anni impegnata nel fornire formazione circa lemanovre salvavita, organizza periodicamente dei corsi di disostruzione pediatrica aperti a tutti affinché, non solo i genitori, ma anche insegnanti, nonni, baby sitter e tutti coloro che si relazionano con bambini in età pediatrica, siano maggiormente informati e siano in grado di intervenire correttamente e il più rapidamente possibile, in attesa del supporto del personale qualificato.

In attesa di poter partecipare a uno di questi preziosi corsi, può essere importante anche solo accedere al sito della CRI e seguire il video, realizzato dai volontari della Croce Rossa di Como, che dimostra come procedere nei casi in cui cibo o un oggetto occluda le vie respiratorie in bambini in età pediatrica. In appena 8 minuti il video illustra due diversi modi di intervento, in base all'età del soggetto ostruito: ossia se si tratta di un bimbo di età inferiore all'anno e mezzo o, di bambini più grandi, comprese le indicazioni sulla rianimazione cardiopolmonare, nel caso in cui il piccolo perda coscienza.

Come si sottolinea nel video, oltre a cercare di mantenere la calma e far sentire la presenza del soccorritore al piccolo, è molto importante anche evitare di commettere degli errori che, oltre a non risolvere il problema, potrebbero essere controproducenti, come evitare di mettere le dita in gola o prendere per i piedi un bambino che è ostruito.

Sul sito della Croce Rossa è disponibile il calendario degli eventi formativi e i numeri da contattare per maggiori informazioni.

1 ago 2014

Bronchite acuta: inefficacia degli antibiotici

La bronchite acuta è una infiammazione dei bronchi causata da un virus o un batterio, generalmente accompagnata da tosse per circa due o tre settimane. Rappresenta una delle cause più frequenti di visite mediche e la prescrizione di antibiotici in questi casi sembrerebbe essere molto, troppo frequente.



Uno studio condotto dal dottoMarc Miravitlles, pneumologo presso l'Istituto di Ricerca dell'ospedale Vall d’Hebron e dal dottor Carl Llor, ricercatore presso il Centro di Assistenza Primaria (CAP) Jaume I di Tarragona e presso l'Università Rovira i Virgili, ha dimostrato l'inefficacia degli antibiotici nella cura della bronchite acuta e che la somministrazione di antinfiammatori non aumenta la possibilità che la tosse cessi con più rapidatà.

La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal, durata due anni dal 2010 al 2012, ha coinvolto 416 pazienti di età compresa tra 18 e 70 anni che presentavano i sintomi di un'infiammazione dei bronchi: tosse, colore giallo-verdastro del muco e difficoltà a respirare o dolore al petto. 
Con il consenso dei pazienti, i medici hanno sottoposto loro tre differenti trattamenti: antibiotico amoxocillina, antinfiammatorio ibuprofene e placebo. Nei pazienti curati con antibiotici la tosse durò dai 10 ai 12 giorni, quelli trattati con antinfiammatori da 8 a 10 giorni e in coloro che assunsero un placebo dagli 8 ai 14 giorni. 

Miravitlles arriva alla conclusione che "nei casi di infezione respiratoria lieve come la bronchite acuta si ricorre ad un uso eccessivo di antibiotici, che non recano nessun beneficio ai pazienti, ma anzi permette ai batteri di sviluppare una resistenza a questi farmaci".

Questo comporta un costo economico molto alto, il rischio elevato che si manifestino reazione avverse dovute all'assunzione degli antibiotici e, anche, quello di aumentare le probabilità che si sviluppi una resistenza agli antibiotici da parte dei batteri più frequenti.