22 apr 2014

Uso terapeutico della Cannabis: primo farmaco autorizzato in Italia

In Italia è ora disponibile il primo farmaco a base del principio attivo della cannabis sativa, rivelatosi efficace nel contrastare uno dei sintomi più invalidanti della sclerosi multipla: la spasticità.



Nata in Asia Centrale, la 
Cannabis Sativa veniva utilizzata per scopi medici, spirituali, religiosi o ricreativi (tramite inalazione o vaporizzazione) da almeno 5.000 anni. Un trattato di farmacologia cinese attribuito all'Imperatore Shen Nung, del 2737 a.C., contiene probabilmente il primo riferimento all'utilizzo della cannabis come medicina: veniva usata per curare allergie, disturbi dell'apparato respiratorio, dello stomaco e dell'intestino, alcune malattie della pelle, malattie infettive e glaucoma. 

Dal 7 maggio dello scorso anno, è reperibile anche in Italia il primo farmaco a base di cannabinoidi: si chiama SATIVEX; il suo utilizzo per il trattamento della spasticità nelle persone affette da sclerosi multipla è stato autorizzato dall'Agenzia Italiana del Farmaco. E in data 8 luglio l’azienda milanese Almirall ha reso disponibile il farmaco sul territorio italiano.

Il Direttore Generale dell'AIFA, Luca Pani, ha sottolineato che si tratta di “una combinazione di due dei principi attivi che sono contenuti nella cannabis".
Il medicinale, disponibile nel nostro Paese, infatti è la combinazione tra il delta-9-tetraidrocannabinolo e il cannabidiolo che svolgono la loro azione sinergicamente, nei pazienti che non hanno risposto adeguatamente ad altri antispastici, e hanno una spasticità da moderata a grave. "In questi casi gli estratti della cannabis spesso funzionano laddove gli altri farmaci non hanno funzionato, si tratta di una loro peculiarità" - ha aggiunto Pani.

Si tratta di un farmaco “dispensato dal Servizio Sanitario Nazionale, attraverso un sistema di registro e di monitoraggio. Ciò serve a garantire che il paziente venga seguito da un centro competente per il tipo di patologie in questione e che venga monitorato l’uso corretto del medicinale, sia dal punto di vista dei dosaggi sia rispetto agli effetti collaterali, a quelli favorevoli e a tutti i parametri del caso. Il monitoraggio non discende dall'origine del farmaco, ovvero dal fatto che impieghi estratti della cannabis, ma fa parte dei cosiddetti ‘Registri di appropriatezza dei farmaci’ che l’AIFA utilizza anche per altri tipi di medicinali, come, ad esempio gli antitumorali o quelli per le malattie autoimmunitarie”.


Prima occorreva che il farmaco venisse importato dalle ditte italiane, che dovevano seguire una rigida procedura: bisognava avere la prescrizione del medico, poi compilare un modulo per la farmacia e un altro per il ministero della Salute che doveva autorizzare l'importazione. Infine, tutti i costi di importazione e sdoganamento erano solitamente a carico del malato.


La formulazione in spray orale sulle cavie da laboratorio ha dimostrato il suo effetto benefico nel contrastare la rigidità muscolare o spasticità, uno dei sintomi principali anche della Sla (sclerosi laterale amiotrofica).



Il farmaco è somministrato come spray oromucosale che permette la personalizzazione del dosaggio in funzione della risposta individuale e dei sintomi specifici di ciascuna persona. Può essere facilmente assunto anche dalle persone che hanno difficoltà di deglutizione.
Al momento il Sativex è stato approvato in 21 paesi nel mondo ed è già commercializzato in altri 6 paesi europei, incluso Germania, Spagna e Regno Unito.

Il governo Renzi si apre all'uso terapeutico della cannabis. Il Consiglio dei Ministri ha dato, infatti, il via libera alla legge regionale approvata a gennaio dall'Abruzzo, che prevede la prescrizione anche da parte di medici di base e non solo in ospedali e strutture convenzionate di farmaci e preparati galenici (da parte del farmacista) a base di marijuana.


L'azione della cannabis può essere di due tipi, a seconda del disturbo per cui viene utilizzata: lenitiva, cioè utile per alleviare i sintomi, migliorando la vita della persona malata; curative, ovvero in grado sia di diminuire il dolore sia di rallentare la malattia.
Per questo i principi attivi della Cannabis vengono usati efficacemente a scopo terapeutico anche in altre malattie, non solo nella sclerosi multipla:

Mielopatia e morbo di Parkinson: La cannabis non cura queste malattie, ma può avere un efficace effetto lenitivo sui dolori, spasmi, rigidità muscolare e incapacità di controllare perfettamente i movimenti, complicanze frequenti in questi casi.

Glaucoma: ormai da molti decenni (negli Stati Uniti dal 1978), il Thc è usato nella cura del glaucoma, in combinazione con altri farmaci. Questa malattia colpisce il nervo ottico e porta a una progressiva riduzione della vista.

Epilessia: Il Thc può essere efficace nel ridurre i sintomi di una delle forme della malattia: l'epilessia notturna farmaco-resistente. «Si tratta di un'epilessia che si caratterizza per crisi notturne che non rispondono ai farmaci: ci sono molte segnalazioni dai malati che hanno riscontrato effetti positivi della cannabis nel migliorare il livello di attenzione e, nel complesso, le capacità neurocognitive» spiega lo specialista.

Diabete: nel caso del diabete i principi attivi della cannabis aiutano a tenere sotto controllo le complicanze della malattia, in particolare i dolori neuropatici. La neuropatia diabetica (che causa forti dolori e disturbi della sensibilità) è una delle complicanze più serie nel lungo periodo e peggiora molto la qualità di vita del malato. La cannabis riduce questi sintomi in modo efficace.

Tumori: in oncologia la cannabis è usata per alleviare i dolori e ridurre la nausea causata dai farmaci chemioterapici. Rendendo più sopportabili gli effetti della chemio e riducendo il dolore, la cannabis migliora la qualità di vita del malato nel suo complesso.

Artrite reumatoide e dolori osteo-articolari: nell'artrite reumatoide e in tutti i casi di disturbi che colpiscono ossa e articolazioni del corpo, la cannabis è efficace come antidolorifico. Ha un effetto calmante e lenitivo sull'infiammazione e riduce i dolori.


Curiosità
Antichi testi indiani parlano e venerano la cannabis sativa, sottolineando che prolungasse la vita, abbassasse la febbre e giovasse alla mente.
In uno dei testi sacri della cultura vedica indiana si legge: "Gli dei ebbero pietà degli uomini e regalarono loro la ganja (cannabis) affinchè raggiungessero l'ispirazione, perdessero la paura e conservassero il desiderio sessuale".

In Cina la la marjuana era considerata una pianta molto importante per gli antichi sciamani. I tibetani, i celti, gli egizi sono culture che usavano questa pianta sia per fini terapeutici che mistici.
Un luogo dove il suo uso continua a essere sacro è il Marocco. La città di Chefchaouen, nella regione di Tangeri, considerata una "città santa", è oggi famosa per l'uso del kif (ossia la marjuana), tra i giovani e gli anziani, per meditare o semplicemente per consumarlo mentre bevono il loro famoso tè mentolato.


FONTE

Letture consigliate:

Canapa Medica - Libro
Viaggio nel pianeta del farmaco "proibito"

Cannabis
Proprietà terapeutiche e altri utilizzi
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